Se ne è andato rapidamente Farnush, quasi in punta di piedi, senza clamore e con quella sua aria un po’ candida con la quale ha sempre affrontato gli ostacoli che la vita gli presentava…
Una malattia crudele lo ha colpito e ce lo ha sottratto in pochissimo tempo, senza darci la possibilità di rendercene conto ed ora siamo qui, angosciati, a piangerne la perdita…
Non possiamo però lasciarlo così, il cuore ci impone di ricordarlo con un sorriso, lo stesso con cui lui ci accoglieva ogni volta che capitava di incontrarlo, anche nei momenti difficili, quando il lavoro e le responsabilità pesavano sulle sue spalle.
Abbiamo conosciuto Farnush alla metà degli Anni Ottanta, in occasione della nascita del Club Alpino Italiano a San Benedetto: lui era appassionato di montagna e così si avvicinò all’ambiente del CAI. Per la verità Farnush già frequentava l’ambiente della Sezione di Ascoli, presso la quale aveva intrecciato tante amicizie ed aveva partecipato ad alcuni Corsi di formazione e a numerose uscite in montagna, ma la presenza di un gruppo di appassionati a San Benedetto lo convinse a prendere la tessera nella giovane Sottosezione CAI di San Benedetto del Tronto. Appassionato di escursioni e di sci, per molti anni è stato ideatore di tante uscite e di gradevolissime esperienze con un bel gruppo di amici.
Come non ricordare la sua allegria e spensieratezza nei ripetuti inviti a brindare tutti insieme, nella magica serata al Rifugio Forte dei Marmi, a conclusione del trekking di fine agosto 1996 sulle Alpi Apuane?
Non si può nemmeno tacere di quel pomeriggio in cui, dopo una lunga escursione nella Valle del Castellano, sui Monti della Laga, camminando sulla noiosa strada che scende da Piana Cavalieri a Fonte d’Amore, si staccò dal gruppo dicendoci di aspettarlo e tornò radioso, dopo una decina di minuti, con una borsa piena di funghi porcini: era la sua riserva personale…
Non vogliamo neppure dimenticare le piacevoli passeggiate primaverili sulle nostre colline, ricche di spensieratezza ma anche con una particolare attenzione rivolta alle erbe spontanee, che Farnush conosceva e raccoglieva e poi la sera offriva a noi amici, nella sua bella e accogliente casa di Colle Barattelle.
Molti di noi devono a lui l’iniziazione alla affascinante disciplina dello sci e dello scialpinismo. Ricordiamo con nostalgia le domeniche di gennaio, quando da Spelonga, lungo l’innevatissima strada che conduce a Passo il Chino, si saliva con gli sci fino al Monte Comunitore, per poi scendere con poche curve su tanta neve fresca, imbiancati per le cadute ma felici come bambini…
Tutti questi bei momenti fanno ormai parte dei ricordi, tuttavia sono impressi indelebilmente nella mente e nel cuore di ciascuno di noi.
Ci mancherai Farnush, ma di sicuro non potremo dimenticarti!
I tuoi amici